La Casa dei Racconti
La Casa dei Racconti si trova a Vallo di Nera, in Via della Scuola, ed è un centro di ricerca e documentazione sulla letteratura orale, antenna dell’Ecomuseo della Dorsale Appenninica Umbra coordinato dal CEDRAV.
La dotazione della Casa dei Racconti (libri, riviste, materiale audio e video, editoria digitale, ecc.) è in progresso e si avvale dei contributi di studiosi e appassionati, delle opere premiate nel concorso letterario ‘Il racconto del nonno’, nonché della spontanea e generosa disponibilità della popolazione della Valnerina e dell’Umbria in generale.
Come spazio fisico, la Casa dei Racconti ha al centro una struttura lignea che richiama una sorta di “armadio della memoria” che con la sua miriade di cassetti e cassettini, scaffali e contenitori compone una grande, viva e interattiva “antologia” della cultura popolare, dei suoi riti, ritmi e valori. A corona del mobile, costruito utilizzando legni diversi, ma tutti del luogo, è collocata una scultura-luce in rame che, per la sua forma, trae ispirazione dalla “vallanata” intitolta l’albero delle cumere, reinterpretata con materiali d’uso comune. Entrambe le opere sono state progettate dall’artista Franco Pappalardo. L’armadio della memoria è stato realizzato da Corrado Fagiani con l’aiuto di Emilio Borgianini, entrambi artigiani locali.
La mostra fotografica Vallo dei Racconti, esposta nella parete grande, è il risultato artistico dello “sguardo straniero” della singaporese Denise Tan e del francese Jean-François Lerasle. Alcune foto richiamano le “vallanate” e i racconti che possono essere letti, insieme ad altri, nei libri a parete fra le finestre.
Tutt’intorno, fuori dalla Casa c’è la parte viva, vera, diretta, dei narratori con in prima fila Riziero Flamini, il pastore-cantastorie di Vallo di Nera, che incantano con la loro memoria e la loro capacità di raccontare in versi o in prosa la propria vita, le particolarità di una terra piena di tradizioni e di mestieri.
Gli anziani, seduti nei luoghi deputati all’aggregazione di Vallo di Nera, l’antico leccio della piazza principale, la panca di San Rocco, il muretto di Portella, trasmettono con il fascino della parola, ai giovani del paese e a quelli che arrivano da fuori, la microstoria e le esperienze, ma soprattutto il senso di straordinaria unità paesana che allarga gli ambiti familiari a quelli di una comunità.